REGGIO EMILIA – Spesso, per rendere il concetto più semplice, o anche per ignoranza nel senso etimologico della parola, si tende a raggruppare sotto il concetto di “senzatetto” persone le cui condizioni abitative differiscono, in alcuni casi, anche di molto le une dalle altre.
A questo riguardo, la federazione europea delle organizzazioni che lavorano con persone senza dimora ha sviluppato una classificazione attraverso una griglia di indicatori che fanno riferimento alla grave esclusione abitativa: il nome di questa classificazione è Ethos. Per Ethos esistono determinate aree che vanno a costituire l’abitare, in assenza delle quali si individuano quattro categorie di grave esclusione abitativa, le cui forme più pronunciate sono quelle in primis dei senzatetto e quindi dei senza casa.
Il “senzatetto” è colui che vive in strada o in sistemazioni di fortuna. Le persone “senza casa”, invece, sono quelle che vengono ospitate in centri di accoglienza o alloggi temporanei, in taluni casi con servizio di assistenza. Queste sono le tipologie di persone con cui entra sovente in contatto l’unità di strada della Papa Giovanni, che lavora col Comune e che nel 2024 ha intercettato 438 persone. Di queste, solo 153 hanno dichiarato la propria condizione abitativa: 86 di loro hanno fatto ricorso a giacigli di fortuna, 38 a dormitori, comunità e strutture di accoglienza; 29 hanno invece vissuto in sistemazioni inadeguate.
“La mappatura di questo fenomeno non è esaustiva perché il fenomeno ha contorni molto fumosi ed è in continuo cambiamento – le parole dell’assessora alla Cure delle Persone, Annalisa Rabitti – Il sistema, quindi, è molto differenziato e prevede varie forme di accoglienza: dalla doccia fino a una presa in carico più seria e sociosanitaria”.
Il Comune di Reggio, che appalta questi servizi a cooperative come, appunto, la Papa Giovanni ma non solo, nell’anno passato ha fornito accoglienza notturna a 68 persone, mettendo a disposizione un massimo di 20 posti letto, di cui 3 a donne, per un periodo massimo di 4 mesi. Per quanto invece concerne gli alloggi protetti, sono 10 i posti a disposizione in due appartamenti. L’anno scorso l’ente ha così potuto ospitare 19 persone in tutto, per un massimo di 2 mesi. E’ bene infatti ricordare che queste sistemazioni sono temporanee, poiché il fine è quello di rendere le persone di nuovo autonome. Un altro servizio offerto per i senza dimora è quello dell’housing temporaneo: per 24 mesi il Comune mette a disposizione 30 posti con la presenza di un educatore per 55 ore la settimana.
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