VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Su quel modello di elicottero non era richiesta n prevista una scatola nera, che quindi non era presente a bordo. Le risposte sull’incidente aereo costato la vita a sette persone arriveranno solo da un’indagine già avviata dalla procura di Reggio che si preannuncia a dir poco complessa e che sarà fatta di un lavoro documentale, tecnico e peritale.
Nelle prossime ore un esperto nominato dal sostituto procuratore Marco Marano andrà sul luogo del rinvenimento dei resti dell’Augusta Koala e dei corpi del pilota e dei sei uomini d’affari stranieri che il 33enne trasportava, facendo la spola da Lucca al Trevigiano. Nel mezzo del tragitto, il Monte Cusna: lì, a Civago, sono stati trovati i detriti del velivolo, tra i rifugi Battisti e Segheria, nella zona del greto del torrente Lama al passo degli Scaloni. Un’area ora sotto sequestro.
Parallela all’indagine della procura, aperta con le ipotesi di omicidio e disastro colposo a ora, a quanto risulta, a carico di ignoti, c’è quella, anche in questo caso già avviata, dell’Agenzia per il volo. In mattinata un ispettore è stato imbragato dagli uomini del Soccorso alpino e calato nell’area di ritrovamento dei reperti. Nelle prime ore delle ricerche, giovedì in tarda mattinata, il campo base era stato allestito a Pievepelago, nel Modenese, perché lì per l’ultima volta era stato agganciato il cellulare del pilota. Le risultanze delle indagini degli inquirenti modenesi, e anche di quelle dai militari di Lucca, confluiranno nel fascicolo aperto a Reggio Emilia.
Una trentina di uomini del Soccorso alpino stazione Monte Cusna, assieme a colleghi e inquirenti da tante parti d’Italia, si sono trovati in una situazione mai affrontata prima: “Alcuni avevano lavorato sul disastro del Charlie Alfa – ha detto Luca Pezzi, del Soccorso alpino – ma negli ultimi 25 anni è la tragedia più grande. All’inizio è raccapricciante, poi si pensa a lavorare e a dare dignità ai corpi”. La tempesta violenta è solo una delle ipotesi al vaglio tra le cause del disastro aereo. C’è anche quella del guasto tecnico, oppure c’è la possibilità che sia stato fatto un cambio di rotta. Perché, dopo Pievepelago, c’è stata l’interruzione di ogni segnale dall’elicottero? Perché il dispositivo che scatta automaticamente durante un impatto non è entrato in funzione? Le primissime risposte arriveranno dai risultati delle autopsie già disposte.
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