REGGIO EMILIA – Sul filo dell’equilibrio. Quando hanno già votato 58 milioni di americani, la partita tra Kamala Harris e Donald Trump è ancora tutta da giocare. Per eleggere il 47° presidente degli Stati Uniti sarà decisivo il risultato di sette Stati, in cinque dei quali, secondo i sondaggi, i repubblicani sarebbero in vantaggio. A far saltare il banco, però, martedì prossimo, quando si terranno ufficialmente le 60esime elezioni presidenziali, potrebbe essere il voto giovanile, sottostimato dai sondaggisti.
Ne è convinto Erik Scaltriti, il docente universitario reggiano, in America dal 2015 e che attualmente insegna cultura italiana e cinema all’University of Iowa. Intervenendo a Buongiorno Reggio, Scaltriti ha poi sottolineato come anche il voto femminile potrebbe giocare un ruolo più importante del passato. Non soltanto per la possibilità, come fu già con Hillary Clinton nel 2016, di avere la prima donna presidente, ma anche per la modifica della legge sul diritto all’aborto.
Di sicuro, è un’elezione tesa, divisiva e dall’esito incerto. Con i mesi che precederanno l’insediamento del presidente, in programma il 20 gennaio, che si annunciano particolarmente tesi. Non a caso, proprio oggi Trump ha lanciato le prime accuse ufficiali di brogli in Pennsylvania, uno degli Stati contesi e che elegge un alto numero di grandi elettori.
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