CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Rappresentanti politici latitanti. E’ uno dei fattori della disaffezione nei confronti delle forze politiche che hanno sostenuto Stefano Bonaccini, battuto dalla concorrente Lucia Borgonzoni in otto comuni della montagna reggiana.
Una tendenza, lo spostamento a destra dell’elettorato in queste zone, registrata anche dalle scorse Europee. Secondo Enrico Bini, presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino, i problemi irrisolti vanno dal lavoro alla viabilità passando dai rifiuti, i cui costi di gestione sono sempre meno sostenibili per le casse locali. E la chiusura del punto nascite ha fatto da elemento scatenante di un diffuso malcontento. “Siamo un territorio di 33mila abitanti – le parole di Bini – e questo non è un motivo che può far dire a qualcuno ‘venite giù a fare tutto’. Qua abbiamo strade che rischiano la chiusura ogni giorno e non è colpa della Provincia”.
La colpa è di una riforma rimasta a metà, quella targata Delrio. Su questo aspetto d’accordo con Bini si trova Romano Albertini, storico esponente della Lega e vicesindaco a Toano, dove la Borgonzoni ha raccolto il risultato più alto nel Reggiano, andando oltre il 58%. Secondo Albertini, soltanto nell’ambito delle scuole superiori hanno retto le risorse della Provincia, “ma abbiamo una percentuale bassa di laureati, il 20%, perché è un grosso sacrificio”.
Un ruolo chiave nel rilancio dell’Appennino sono destinate ad averlo le agevolazioni fiscali: “Detassare la montagna è l’unico modo per far sì che si regga in piedi – ha aggiunto Albertini – Le attività qui stanno facendo del sociale, aiutando le persone col lavoro ma senza guadagnarci”.
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