REGGIO EMILIA – L’impegno nella politica e la lotta per l’emancipazione delle donne. Ci sono questi due temi al centro del libro di Eletta Bertani, esponente reggiana, sia a livello locale che nazionale, del Pci. Si tratta di una autobiografia.
***
“Sotto l’influenza di quello che era accaduto il 7 luglio del 1960, e quindi di questi morti innocenti, avevo ricevuto delle proposte dalla Fgci e dal Partito comunista, mi sono motivata ad accettarle, da lì è derivato tutto”.
I morti di Reggio Emilia come episodio repressivo eclatante, che porta a schierarsi in modo netto a favore degli oppressi. Ha scelto questa parte Eletta Bertani, muovendo i primi passi nella politica a 19 anni. Tra le sue battaglie quelle per la rivendicazione dei diritti delle donne e il miglioramento delle loro condizioni di vita “sono la maggioranza della popolazione stanno facendo passi da gigante nelle loro capacità professionali”.
Eletta parlamentare nel 1976 e confermata nel 1979, a partire dal 1985 Eletta Bertani si dedica alla politica locale, come consigliere comunale e come assessore alla scuola e ai servizi sociali. Tutto è raccontato nella sua autobiografia dal titolo “Cercando la rotta”. Un libro “nato come necessità di fissare momenti e battute del passato” è la motivazione data dall’autrice nel presentarlo dinanzi al pubblico del Centro Insieme di via della Canalina, in un dialogo con la senatrice Vanna Iori e l’ex esponente di spicco del Pci reggiano Antonio Bernardi, suo coetaneo. Una narrazione che fa i conti anche con la svolta della Bolognina, raccontata in prima persona ponendo però l’accento sul noi e non sull’io. “La politica oggi dev’essere coerente e popolare, non populista, bensì popolare, deve cioè coinvolgere e riuscire a motivare, a creare nuove passioni nelle persone”.











