REGGIO EMILIA – “La Val d’Enza per noi era un faro nel contrasto agli abusi e ai maltrattamenti. Era un modello che rappresentava una punta di eccellenza a cui gli altri territori cercavano di ispirarsi”. A parlare è Germana Corradini, dirigente dei Servizi alla persona del Comune di Reggio. A partire dal 2010 ha guidato i Servizi sociali del Comune. Il 9 luglio scorso era in Tribunale per la lettura della sentenza del processo affidi. Perchè? “Perchè ho sempre creduto nell’innocenza degli imputati – spiega -, ma ho voluto esserci anche come segno di solidarietà a una comunità professionale”.
Il caso affidi in Val d’Enza è passato come un treno sul lavoro degli assistenti sociali, con il suo contorno di insulti, intimidazioni e minacce, anche fisiche. E con pesanti conseguenze sul rapporto di fiducia con le famiglie. Gli effetti si fanno sentire ancora oggi. “C’è una riduzione della possibilità di sostenere le famiglie, perchè se non si fidano, non chiedono aiuto”, afferma la dirigente.
Anche il canale di comunicazione con le scuole, le associazioni e le società sportive si è indebolito. “Sicuramente in questi anni – sottolinea – ci sono arrivate meno segnalazioni di situazioni di pregiudizio e preoccupazione per i bambini. Arrivano di più nel momento in cui sono note alle forze dell’ordine, quando la situazione è grave”.
L’anno scorso i minori presi in carico dai servizi sociali del Comune capoluogo erano 2.316, in larghissima maggioranza per problemi della famiglia nella cura dei figli e per difficoltà economiche. Solo 125 sono stati collocati temporaneamente fuori dalla famiglia di origine su disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli affidi in corso (totali e parziali) sono 152, rispetto ai 240 del 2018, il 37 per cento in meno. Crescono i casi in cui i minori sono testimoni delle violenze del padre sulla madre.
Spesso ci sono genitori con problemi di tossicodipendenza o disagi psichici. “In questo caso – afferma Germana Corradini – il nostro lavoro non è prendere il bambino e allontanarlo, ma sostenere i genitori perchè possano curare se stessi e occuparsi dei bambini”.
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