REGGIO EMILIA – L’associazione di promozione sociale ‘La Cova’ è nata nel 2013 per affrontare tematiche legate alla primissima infanzia e alla genitorialità. Poi negli ultimi anni, viste anche le tante richieste, il campo si è allargato all’educazione all’effettività e alla sessualità.
Oggi Marianna Garsi, la sua presidente, e le altre professioniste entrano in almeno una decina di istituti e scuole tra Reggio e provincia per parlare di questi temi alle ragazze e ai ragazzi, a partire già dalla quinta elementare.
“L’educazione sessuale – affettiva inizia dalla spiegazione di com’è fatto l’apparato sessuale ma è solo una piccola parte, è una conoscenza di sé a 360 gradi importante per la crescita”, spiega la presidente dell’associazione. Per Marianna Garsi far conoscere queste tematiche a ragazzi già adolescenti, come vorrebbe che si facesse invece il Governo, è un rischio ed è anacronistico. Le richieste dei genitori sono sempre più precoci.
“Le ricerche ci dicono che già prima della fine della scuola primaria i ragazzi hanno accesso a materiale pornografico, questo genera preoccupazione e i genitori ci vengono a cercare per capire cosa fare’ – svela Marianna Garsi – quando c’è la conoscenza i ragazzi sono meno esposti ai rischi, capiscono le situazioni in cui vogliono stare, quando dire di no, capiscono che ne possono parlare con un adulto”.
Limitare l’educazione sessuale alla sola sfera famigliare, come richiesto dal Ministro Carlo Nordio – sarebbe come ‘scollare’ la scuola dalla realtà: “Si rischia un impoverimento della società, la scuola diventa anacronistica, molte cose adesso sono sessualizzate, poi si crea un gap tra chi può e chi non può mentre la scuola è democratica”.
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