REGGIO EMILIA – Le linee guida dell’OMS e dell’Unesco definiscono l’educazione sessuale un approccio completo che copre aspetti cognitivi, emotivi, sociali e relazionali, promuovendo la salute, il benessere e i diritti umani. L’educazione dovrebbe essere adatta all’età e iniziare fin dall’ infanzia, per prevenire discriminazioni e contrastare la violenza di genere, sempre secondo le linee guida. L’Italia però è uno dei pochi Paesi membri dell’Unione Europea in cui l’educazione sessuale non è obbligatoria a scuola.
Ora da molte parti sono state sollevate critiche al disegno di legge presentato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di cui un emendamento è stato approvato in Commissione Cultura e Istruzione alla Camera: viene in pratica richiesto il consenso informato preventivo delle famiglie per svolgere negli istituti scolastici attività legate alla sessualità e all’affettività. Il testo prevede inoltre queste attività solo alle scuole superiori. ‘Con l’estensione alle medie del divieto di svolgere qualunque attività legata alla sessualità, si colpisce proprio la fascia d’età più vulnerabile. Un divieto pericoloso, che non è accompagnato da nessuna proposta alternativa, e che lascia campo libero alla disinformazione online afferma la deputata del Pd ed ex assessore provinciale alla Scuola Ilenia Malavasi – in un Paese dove i femminicidi crescono in modo esponenziale e cresce la cultura della violenza, la destra risponde non con più educazione, ma con più censura”.
“Ci sono ragazzi e ragazze che sono molto consapevoli, perché alle spalle hanno famiglie che offrono dialogo e strumenti per cercare le risposte – scrivono l’assessora alle politiche educative di Reggio Marwa Mahmoud e l’assessora con delega alle Pari opportunità Annalisa Rabitti – ce ne sono però molti altri che non hanno mai sentito parlare di questi temi e si trovano sprovvisti degli attrezzi necessari per comprendere. Un padre violento darà mai il consenso affinchè il figlio partecipi a un laboratorio sulla prevenzione della violenza?’.
La consigliera regionale Elena Carletti parla di un provvedimento che cancella decenni di lavoro portato avanti nelle scuole in collaborazione con i servizi sanitari. Otto Ordini degli Psicologi italiani, tra cui quello dell’Emilia Romagna, chiedono di essere ascoltati dal ministro Valditara. “Limitare o escludere queste attività significa privare le giovani generazioni di strumenti fondamentali” dicono. Dopo i lavori in commissione il provvedimento dovrà ancora essere discusso e approvato dal Parlamento. Malavasi annuncia battaglia in aula.
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