REGGIO EMILIA – Da qualche anno a questa parte, il tema del consumo di suolo e della tutela delle aree non ancora urbanizzate ha assunto un forte rilievo nel dibattito pubblico. Interventi edilizi elaborati e approvati anche 20 anni fa senza che nessuno battesse ciglio – come quelli di viale Luxemburg e di Ospizio – oggi vengono criticati aspramente, in nome della difesa di aree verdi e boschi urbani.
Un’indagine sul mercato immobiliare commissionata a Nomisma da Ance Reggio Emilia, l’associazione delle imprese di costruzioni che aderiscono a Unindustria, consente di farsi un’idea dell’espansione edilizia dell’ultimo decennio. Tra i vari parametri analizzati, l’indagine prende in esame il numero di permessi di costruire rilasciati dal 2012 al 2022 nelle province di Reggio Emilia, Parma e Modena. Il risultato è di grande interesse: nella nostra provincia i permessi di costruire per l’edilizia residenziale nell’arco temporale considerato sono stati 3.159, con un minimo di 166 nel 2017 e un picco di 482 nel 2021.
Il dato che emerge è che, in rapporto alla popolazione residente, l’attività edilizia nella nostra provincia è stata sostanzialmente la metà di quella che si è registrata nello stesso periodo a Parma e a Modena. Per la precisione, a Parma negli ultimi 10 anni si è costruito l’82,5% in più, a Modena l’87,3% in più. E’ un fenomeno che, secondo Nomisma, ha contribuito a determinare una domanda di casa insoddisfatta, insieme all’aumento dei prezzi delle case e del costo dei mutui. Ma è anche un dato che racconta molto di ciò che in questo settore è accaduto a Reggio negli ultimi trent’anni.
Reggio Emilia Ance permessi di costruzione