REGGIO EMILIA – Polemiche incandescenti dopo l’annuncio della probabile riduzione dall’1 gennaio 2023 dell’aliquota del Superbonus per i condomìni, che scenderà dal 110% al 90%.
Un’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia che aveva permesso, dopo la sua introduzione nel 2021, di ridare ossigeno al settore edile e di fare partire molti cantieri e di spingere l’occupazione. L’annuncio del Governo ha suonato come uno stop improvviso, che rischia concretamente di bloccare attività e di avere effetti pesantissimi. Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, parla espressamente di una sorta di uccisione occulta del bonus che colpisce un comparto che attende anche lo sblocco dei crediti fiscali che già tengono fermi molti cantieri.
Maggiore programmazione e tempi più dilatati la richiesta di Ance provinciale che non nasconde l’allarme per i prevedibili blocchi: “Ci sarà senz’altro un blocco dei cantieri – chiarisce il presidente di Ance Reggio Emilia, Franco Morari, presidente e socio azionista di Iton srl e che ha assunto la carica per il quadriennio 2022-2025 – ma questo è dovuto anche alla clientela. Il problema grosso riguarda la possibilità dei clienti, che sono diverse. Specialmente riguardo agli interventi nelle casi popolari. Probabilmente, proseguirà solo un 20% dei cantieri rispetto a quello che si poteva fare, ci sarà una riduzione e un blocco improvviso, con pesanti ripercussioni sulla manodopera. Si rischiano 300mila posti di lavoro a livello nazionale. Il risparmio a livello statale dovrà essere coperto con la cassa integrazione – prosegue Morari – ci vuole una visione e una strategia, dei fondi, oltre a una seria programmazione. Questo blocco sarà molto grave, le imprese avranno lavoro sino a metà del 2023, poi sarà il blocco totale”.
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