REGGIO EMILIA – I fratelli Grande Aracri e Roberto Turrà, Giulio Bonaccio e i Sarcone, Carmine Belfiore e Alfonso Paolini. E ancora Gino Renato, l’uomo che nel 2010 sparò all’imprenditore edile Vito Lombardo, e Dante Sestito, che il 23 ottobre 2021 ha ucciso Salvatore Silipo all’interno della sua officina Dantegomme.
Nelle pagine dell’interdittiva antimafia della prefettura che ha colpito il consorzio Edilgest di Roberto Salati, il gruppo interforze costituito da polizia, carabinieri e guardia di finanza ha messo in fila centinaia di nomi. Naturalmente, i protagonisti delle vicende criminali degli ultimi decenni non figurano nella compagine sociale del consorzio guidato da Salati. Ma molti dei soci del consorzio sono legati in modo più o meno diretto a loro e a tanti altri esponenti delle famiglie di ‘ndrangheta.
Nel complesso, chi si è occupato dell’istruttoria ha contato addirittura 31 consorziati Edilgest con elementi di “criticità antimafia”, come viene chiamata in gergo. Di questi, quattro sono stati destinatari di interdittiva della Prefettura, mentre altri tre sono stati esclusi dalla white list antimafia.
Il gruppo interforze, inoltre, ha proposto alla prefettura o l’interdittiva antimafia o l’esclusione dalla white list per altri tre soggetti. E non è finita qui. Oltre ai 31 soci “a rischio”, la prefettura ha individuato anche 14 nomi da cartellino giallo o rosso fra coloro che sono stati soci di Edilgest e ne sono usciti in tempi recenti.
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