REGGIO EMILIA – Reggio Emilia cede il primo posto ma resta nelle posizioni di eccellenza della classifica Ecosistema Urbano, il rapporto annuale di Legambiente con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. A pochi giorni dall’approvazione in consiglio comunale del bilancio ambientale, un altro strumento utile per capire lo stato di salute del capoluogo su uno dei fronti più caldi della contemporaneità per quanto attiene anche alla vita dei cittadini.
Analizzando le singole graduatorie, Reggio Emilia va benissimo per piste ciclabili (prima), verde totale (quarta), alberi e raccolta differenziata dei rifiuti. Ha buoni risultati per consumi idrici, passeggeri del trasporto pubblico, aree ztl, isole pedonali e solare pubblico, tutti parametri che vedono il capoluogo tra la ventesima e la trentesima posizione; è nella media per offerta di trasporto pubblico, dispersione della rete idrica, biossido d’azoto, consumo e uso efficiente del suolo e va male per ozono e polveri sottili e malissimo per rifiuti prodotti, 98esimi, e tasso di motorizzazione addirittura 106esimi. Rispetto a un anno fa sono aumentati verde, alberi, passeggeri e offerta del trasporto pubblico, è migliorato l’uso efficiente del suolo e sono calati i consumi idrici, il biossido d’azoto e le pm10, ma è aumentata la dispersione idrica.
Secondo Legambiente il segnale è chiaro: ‘Reggio non può vivere di rendita’. ‘La transizione ecologica è una corsa senza traguardo – afferma Bokar Diop, presidente di Legambiente Reggio Emilia – Se altre città ci superano, significa che stanno correndo più forte. Noi dobbiamo accelerare, non accontentarci.’ La sintesi: ci sono le piste ciclabili, ma sono poco utilizzate e i reggiani continuano a preferire l’uso dell’auto, ultimi in assoluto per tasso di motorizzazione; la raccolta differenziata viene fatta, ma si continuano a produrre troppi rifiuti. ‘La sfida – conclude Legambiente – è cambiare le abitudini: il 64% degli spostamenti avviene con mezzi motorizzati privati e questo incide sulla qualità dell’aria; i rifiuti pro capite prodotti raggiungono i 671 chili. Oggi gli interventi a tutela dell’ambiente sono frammentati: mobilità da una parte, acqua dall’altra, rifiuti in un altro assessorato. Serve una visione integrata, con l’ambiente come asse centrale e trasversale di ogni scelta urbana’.