REGGIO EMILIA – Il 28 luglio del 1943, a pochi giorni dalla caduta del regime fascista, nonostante l’entrata in vigore di norme molto restrittive sull’ordine pubblico, emanate dal governo Badoglio, che autorizzavano l’esercito e le forze dell’ordine anche a sparare contro ogni assembramento di manifestanti superiore alle tre persone, un corteo tentò di sfilare per le vie di Reggio chiedendo la fine della guerra. Davanti ai cancelli delle Officine Reggiane i soldati spararono alla folla. Morirono nove operai. Antonio Artioli, Vincenzo Bellocchi, Nello Ferretti, Eugenio Fava, Armando Grisendi, Gino Menozzi, Osvaldo Notari, Domenica Secchi e Angelo Tanzi.
Come ogni anno quei tragici fatti vengono ricordati da istituzioni, comitati, associazioni partigiane e sindacati. La cerimonia istituzionale è in programma alle ore 17.30. Un mazzo di fiori verrà depositato davanti al cancello delle ex Officine Reggiane di via Agosti mentre sotto la lapide che ricorda i caduti al Tecnopolo è prevista la deposizione di una corona alla presenza delle autorità cittadine. Seguirà nella sala conferenze la cerimonia di commemorazione. Al termine degli interventi si terrà una visita guidata gratuita alla mostra “Banditi e ribelli: La guerra partigiana in Italia 1943 – 1945”; allestita nel corridoio del Tecnopolo, a cura di Istoreco.
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