REGGIO EMILIA – “Presidente Mattarella non in nostro nome”. Sono oltre 1.500 le firme alla lettera diretta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella quale si chiede conto al Capo dello Stato del modo in cui nel discorso di fine anno ha affrontato l’attacco militare israeliano in corso a Gaza.
Nell’elenco dei primi firmatari, in testa compare il nome di Alberto Bradanini, già ambasciatore d’Italia a Pechino e a Teheran. Bradanini, classe 1950, risiede a Reggio Emilia, città di origine della moglie. È attualmente presidente del centro studi sulla Cina contemporanea.
Nella lista dei primi firmatari troviamo anche i nomi del magistrato ed ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, della scrittrice Ginevra Bompiani, dell’ex diplomatica Elena Basile, dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano.
La lettera indirizzata a Mattarella ha passaggi molto duri. I massacri di civili provocati dai bombardamenti israeliani vengono definiti un genocidio: “Nelle sue parole – si legge nel testo – il genocidio del popolo palestinese in corso è stato ridotto alla reazione israeliana che provoca anche migliaia di vittime civili. Il suo discorso, signor presidente, non è solo un inaccettabile silenzio sul genocidio palestinese in corso, è anche un tradimento della storia italiana e un colpo ai nostri interessi nazionali”.
A proposito dell’ex ambasciatore Bradanini, il suo nome figurava tra i relatori alla discussa International Peace Conference tenutasi a Roma all’hotel Universo il 27 e il 28 ottobre scorsi. Un meeting internazionale in cui si affrontavano, tra le altre, anche tesi come lo stop delle sanzioni alla Russia o lo scioglimento della Nato. Presente, in quell’occasione, anche un esponente del partito libanese Hezbollah.
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