CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Ha un nome, per gli inquirenti, l’incendiario del 22 agosto scorso. La persona, cioè, che a notte fonda diede fuoco a due mezzi nel cortile di un’abitazione di Villa Minozzo, una Jeep Renegade e un furgone Fiat Doblò appartenenti alla stessa persona finita nel mirino, secondo le indagini, di un uomo di 68 anni di origine calabrese residente in Appennino che è stato arrestato. Si sarebbe trattato di una ritorsione per un debito non completamente saldato, inerente ad un’abitazione. Questo il movente ipotizzato.
Che le fiamme fossero dolose, vigili del fuoco e carabinieri lo avevano capito subito. Una volta spento il rogo e messa in sicurezza la zona, i pompieri e i militari di Casina avevano svolto un sopralluogo tecnico, trovando due bottiglie nelle vicinanze con tracce di benzina. Erano scattate le indagini dei carabinieri di Castelnovo Monti coordinate dalla procura, indagini che si erano avvalse in primis delle immagini registrate dalla videosorveglianza.
L’occhio elettronico ha immortalato il 68enne mentre versava il liquido infiammabile sulle auto verso l’1.30 di notte, scatenando le fiamme e svegliando la vittima e la sua famiglia. Altri elementi probatori sono emersi incrociando tabulati telefonici e intercettazioni. Le conversazioni tra lui e i familiari lascerebbero intendere, per gli inquirenti, una chiara consapevolezza delle conseguenze del gesto.
Il 68enne avrebbe anche utilizzato stratagemmi per non farsi identificare, come ad esempio arrivare sul posto con un’auto intestata a un parente e indossando abbigliamento notturno. Le tensioni economiche mai del tutto risolte risalirebbe a tempo fa. Per il 68enne il giudice ha accolto la richiesta della procura di custodia cautelare in carcere.
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