GATTATICO (Reggio Emilia) – La prima denuncia risale al 4 luglio scorso. Un ragazzo di 20 anni di Gattatico era stato trovato dai carabinieri in possesso di cinque grammi circa di marijuana. Agli occhi esperti dei militari, quello apparve subito come un caso sospetto. Il cellulare del giovane era troppo pieno di nomi e date per essere il telefono di un singolo, piccolo spacciatore. Infatti dall’esame del cellulare, posto sotto sequestro, è emersa una vera e propria organizzazione che si muoveva tramite messaggi scritti e audio su WhatsApp e su Telegram: nelle ultime ore la procura ha ufficialmente indagato altri sei giovani di età compresa tra i 19 e i 23 anni, residenti tra Gattatico, altri paesi della Val d’Enza e la vicina provincia di Parma. Tutti studenti tranne un paio di disoccupati, amici tra loro, con una vita normalissima scandita giornalmente anche dall’attività di spaccio.
E’ stato emesso un decreto di perquisizione locale e personale nei confronti degli indagati, e i militari hanno agito all’alba di giovedì con il supporto dei colleghi in forza alle stazioni territorialmente competenti. Nelle abitazioni dei sei – grazie anche all’ausilio dell’unità cinofila della polizia provinciale di Reggio – sono stati trovati complessivamente 350 grammi di hashish e 190 di marijuana, oltre al materiale per il confezionamento delle dosi e a bilancini elettronici di precisione. Ma al di là del quantitativo dello stupefacente, l’indagine continua per capire quanto fosse ampio il giro di spaccio e di clienti che il gruppo aveva messo in piedi. L’ipotesi di reato per tutti è concorso nella produzione, nel traffico e nella detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope.