GUALTIERI (Reggio Emilia) – Impressionanti i traffici internazionali di droga poi gravitanti sull’Emilia e in mano a due cosche di ‘ndrangheta, cioè la reggina Romeo-Staccu di San Luca e quella crotonese di Cirò. Ma altrettanto impressionanti le 35 condanne – per oltre tre secoli di carcere – emesse con rito abbreviato al termine dell’udienza preliminare tenutasi nell’aula-bunker del carcere bolognese della Dozza e che ha chiuso il primo filone giudiziario legato all’operazione antimafia “Aspromonte emiliano”.
Per l’ennesima volta il territorio reggiano si è rivelato al centro di affari loschi che evidenziano un sempre più preoccupante radicamento ‘ndranghetista. Gualtieri, con cinque condannati calabresi ma residenti nel paese della Bassa, ha avuto per il magistrato giudicante (il gup Andrea Salvatore Romito) un ruolo di primo piano, a partire da uno dei quattro considerati al vertice di questa organizzazione di narcotrafficanti. Stiamo parlando del 36enne Francesco Silipo, condannato a 18 anni di reclusione. E’ il fratello di Salvatore Silipo, ucciso il 23 ottobre 2021 nell’officina “Dante Gomme” a Cadelbosco Sopra, ma non c’è nessun legame fra l’omicidio e questi ingenti traffici di cocaina, hascisc e marijuana.
Pene non leggere fra i 15 e i 3 anni di carcere per altri domiciliati a Gualtieri, vale a dire Giovanni Generoso (nato però a Guastalla), Gennaro Lonetti, Ottavio e Francesco Sirto. Ancora guai in un’aula di tribunale pure per l’ex carabiniere 61enne Costanzo Sanna che ora vive a Reggiolo: è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione. Mano pesante nei confronti di Giuseppe Cristaro (14 anni di cella per il 45enne che vive a Sant’Ilario) ma anche relativamente all’albanese Nertil Hoxhaj e Alessio Drago che dimorano a Cadelbosco Sopra, entrambi condannati a 12 anni di carcere. Mentre risiedono a Quattro Castella Niko e Rosario Costanzo, condannati rispettivamente a 6 e 8 anni di reclusione. Pene leggermente inferiori per lo scandianese Claudio Fava (10 anni di carcere), per il povigliese Francesco Ventura (4 anni e mezzo di pena) e per la bagnolese Francesca Santoriello (3 anni di reclusione). Il giudice ha, in pratica, accolto quasi in toto le richieste di pena avanzate dal pm antimafia Roberto Ceroni. In questi sette mesi di udienze nutrita la pattuglia di avvocati difensori reggiani: Mattia Fontanesi, Costantino Diana, Federico De Belvis, Carmen Pisanello, Vincenzo Belli. Droga a fiumi “marchiata” ‘ndrangheta.
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