REGGIO EMILIA – Mesi e mesi di indagini e intercettazioni e la squadra mobile della polizia reggiana è arrivata a rintracciare un presunto narcotrafficante internazionale e a conoscerne i movimenti. Su di lui pendeva un ordine di cattura che era stato emesso dalla Dda di Bologna e, non appena l’uomo, albanese di 39 anni, ha messo piede in Italia, a Treviso, gli uomini del dirigente Guglielmo Battisti erano lì ad attenderlo e a fermarlo.
Fermo già convalidato: l’uomo si trova adesso in carcere a Belluno. Per lui l’accusa è di aver organizzato un’ingente importazione di marijuana dall’Albania, dove risiede. Avrebbe fatto tutto “da remoto”, organizzando cioè, senza spostarsi, i movimenti dei suoi complici. Come detto, la polizia reggiana lo teneva d’occhio da tempo. Parliamo di una persona che, per gli inquirenti, ha un ruolo di vertice nella movimentazione di stupefacente a livello internazionale.
Evidentemente, il suo nome è uscito da precedenti indagini e da fonti della polizia, che ha iniziato a tenerlo d’occhio diverso tempo fa. La prima svolta la scorsa estate: gli agenti hanno intercettato una conversazione tra l’albanese e un italiano ritenuto suo complice, scoprendo che ci sarebbero stati dei sopralluoghi in Emilia. L’italiano, originario di Andria, è salito due volte, una delle quali con i due figli minorenni per non destare sospetti, per verificare le condizioni. Dopodiché, si è messo in viaggio dalla Puglia con nel bagagliaio dell’auto più di 32 kg di marijuana di ottima qualità, che con la vendita al dettaglio avrebbero fruttato circa 800mila euro. L’uomo era stato fermato dalla Polstrada di Modena. In questi mesi sono continuati i monitoraggi, che hanno portato a intercettare il narcotrafficante.
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