REGGIO EMILIA – La condizione femminile in Afghanistan, a più di un anno dal ritorno dei talebani. E’ stato questo il tema al centro dell’incontro che si è svolto al Binario49, nell’ambito della rassegna ‘Cercando la libertà’.
Ha spiegato Barbara Schiavulli, giornalista e direttrice di Radiobullets “Le donne in Afghanistan possono essere vulnerabili ma deboli non lo sono di certo, sono quelle che mantengono la famiglia, sono quelle che mantengono la continuità di una società civile quando ancora c’è una società civile”.
E’ un paese che l’Occidente ha dimenticato l’Afghanistan, nella morsa di una estrema povertà a più di un anno dal ritorno dei talebani. E sono le donne a farne le spese, come è stato raccontato al Binario49 nell’incontro ‘Dietro il velo dell’ingiustizia’, nell’ambito della rassegna ‘Cercando la libertà’.
Tra gli ospiti anche una operatrice dell’associazione Rawa, che si batte per i diritti delle donne e che ha voluto mantenere l’anonimato per motivi di sicurezza.
“Nonostante ci sia stata una grande propaganda da parte dei talebani – ha detto – che hanno affermato di tenere ai diritti delle donne e alla loro salute, si è visto fin dal primo momento e dimostrato con azioni che non era vero, che non era così. Tutti i diritti delle donne sono stati cancellati, non possono andare a scuola, soprattutto alle superiori, non possono lavorare, uscire di casa da sole, non possono cantare, nemmeno scegliere il profumo che vogliono, devono essere coperte e modeste, sono aumentati i matrimoni e l’età media dei matrimoni, a tutto questo si è aggiunta una crisi economica, una catastrofe umanitaria che ci si aspettava in un certo qual modo”.
L’iniziativa è promossa tra gli altri da Comune di Reggio e Associazione Nondasola.
Alessandra Campani, di Nondasola, conclude: “L’associazione Nondasola è partner di questo programma e ha voglia di mostrare come all’interno di conflitti armati le donne si inventano modalità e pratiche di resistenza”