RUBIERA (Reggio Emilia) – “Abbiamo fatto indagini sui trafficanti di esseri umani, abbiamo fatto indagini sugli scafisti, abbiamo fatto indagini su torturatori, abbiamo fatto indagini su pirati in mare, abbiamo fatto indagini anche sulle Ong: perché poi il nostro lavoro è a 360 gradi”. Parola di Salvatore Vella, sostituto procuratore ad Agrigento. Il magistrato opera in una procura di frontiera che ha la competenza su Lampedusa, crocevia dei viaggi della speranza dei migranti.
In un partecipato incontro al teatro Herberia di Rubiera ha raccontato i tanti reati ai danni di questa umanità dolente, in fuga da guerre e miseria, e ha chiarito che l’inchiesta sulle navi delle Ong, che certi uomini di governo definivano taxi del mare e accusavano di collaborazione con gli scafisti, si è conclusa in modo inequivocabile: “Quello che è venuto fuori, per quello che riguarda le nostre indagini e anche le indagini di altre procure siciliane che invece erano andate molto più avanti, è che questo accordo non c’era”.
Gli orrori commessi ai danni dei migranti sono stati al centro anche della testimonianza di don Mattia Ferrari, sacerdote modenese, imbarcato sulla nave Ionio dell’Ong Mediterranea: “Quando tu guardi le persone, guardi i loro occhi, tocchi le loro carni…tu capisci che quello che si fa ai migranti, come dice il papa, è criminale – ha detto – E noi più volte abbiamo dovuto assistere migranti in fin di vita per colpa delle torture, e la nostra missione è una missione di contrasto a due cose: contrasto ai naufragi ma contrasto anche ai respingimenti”.
Don Mattia ha raccontato storie terribili, come quella della morte per sete di una donna e della sua bambina deportate nel deserto tunisino, e ha concluso con un appello: “Noi siamo un Paese solidale, abbiamo tantissime esperienze meravigliose di solidarietà, di fraternità. Dobbiamo migliorare molto nella capacità di fare rete, di connetterci, di farci sentire”.
Gian Piero Del Monte
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