REGGIO EMILIA – Ricordare con affetto Serge Reggiani. Con questa intenzione si è svolta ieri una serata dedicata all’artista francese, nel giorno del centenario della sua nascita, avvenuta nella nostra città. Un’evento che ha messo in rassegna canzoni, film ma non solo. C’eravamo anche noi.
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Quel “laggiù” è il contesto incontrato dal migrante in cerca di un futuro migliore. Lo evocava Serge Reggiani in una delle sue più note canzoni: “L’Italien”, riferendosi a quelle generazioni costrette a fare i conti con la fatica, la discriminazione e l’ingiustizia per affermarsi in un altro paese. La lettura del testo, di fatto autobiografico, a cura dell’insegnante Caroline Tobaty, ha dato il via a un omaggio al grande autore e interprete, nato cent’anni a Reggio Emilia, nel quartiere del Popol Giost, il rione più popolare, e per certi versi anche malfamato, della città. Sergio Reggiani aveva otto anni quando emigrò in Francia, a Saint Denis, vicino a Parigi, dove si trasferì con la famiglia.
“Una persona cresciuta tra due mondi, che per lui sono un solo mondo. Lo scrive molto bene: ‘Il mio cuore batte un colpo reggiano e uno di Parigi'”. Antonio Canovi, storico delle migrazioni, è il promotore dell’iniziativa che ha visto la partecipazione, al Centro Sociale Rosta Nuova, di quasi cento persone. Di Serge Reggiani, c’erano i dischi, ed anche i film. A partire da Casco d’oro, nel quale l’attore veste i panni di un falegname ex galeotto: “Insieme a Simone Signoret ha formato una coppia indimenticabile per la storia del cinema, lasciandoci un’emozione che perdura da settant’anni e non si è mai interrotta”, sottolinea Fausto Rizzi, produttore cinematografico.
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