REGGIO EMILIA – Si chiama Ecmo, acronimo di Extra Corporeal Membrane Oxygenation, ed è un macchinario che in pratica sostituisce il cuore quando questo si è ferma. Grazie a un particolare sistema di pompaggio, mantiene attiva la circolazione sanguigna in organi, come fegato, reni e polmoni.
“Con l’aiuto di questa macchina, riprendono nuova vita e permettono all’equipe chirurgica prelevatrice di poter espiantare organi e poterli trapiantare a pazienti che stanno aspettando questi organi”, ha spiegato Elisa Becchi, coordinatrice Donazione organi dell’Ausl. Con la Ecmo i trapianti in Emilia Romagna sono aumentati negli ultimi anni del 20%. L’apparecchiatura, da 140mila euro, è stata acquistata grazie alla raccolta fondi promossa da Grade e associazione Lodini con il sostegno della Fondazione Manodori. “Siamo sempre molto contenti di intervenire, per fare in modo che la sanità del nostro territorio possa continuare a svilupparsi, continuando a investire per il bene della cittadinanza locale”, ha detto Riccardo Faietti della Fondazione Manodori.
A Reggio Emilia l’attività di donazione da cuore fermo è cominciata tre anni fa, con la collaborazione di centri come quelli di Parma e Cesena già dotati della Ecmo. L’acquisizione, insieme all’importante percorso formativo del personale, permetterà così al Santa Maria Nuova di essere autonomo. “Ci permetterà di aumentare ulteriormente la donazione a cuore fermo, dando una risposta ai nostri ai nostri cittadini sia a livello di Reggio Emilia, sia a livello di tutta la regione”, le parole di Nunzia Carrese Cirillo, direttrice di Anestesia e Rianimazione.
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