REGGIO EMILIA – “Sta e starà in te attizzare in tutti gli uomini il carisma che è in te, vivere di fede, della fede nella parola di Dio che mantiene le promesse. Sii fedele, dunque, alla parola. Tua norma di vita sia vivere come gli apostoli: impegnato nella preghiera e nella distribuzione della parola”.
Queste le consegne che nell’omelia della messa di ordinazione presbiterale, celebrata in Duomo il 2 ottobre 1971, il vescovo Gilberto Baroni diede a don Giuseppe Dossetti. Consegne a cui, in questi 5 anni di sacerdozio, certamente don Giuseppe ha tenuto fede.
Nato a Cavriago il 6 settembre 1942 da Ermanno e Angiolina Corradini, è cresciuto e si è formato nella parrocchia cittadina di Santo Stefano. Conseguita la maturità classica nel 1959-1960, ha conseguito la laurea in Lettere all’università di Bologna. Poi, ha intrapreso gli studi teologici conseguendo la licenza in Teologia al pontificio istituto Sant’Anselmo di Roma. Dopo l’ordinazione, ha fatto fino al 1982 l’esperienza di prete operario; contemporaneamente, è stato vicario cooperatore allo Spirito Santo (1971-1974) e incaricato per la pastorale nel quartiere Bainsizza (1974-1982).
Nel 1982 il vescovo Baroni lo ha nominato responsabile del Ceis per l’assistenza ai tossicodipendenti; in questo ruolo – che tuttora svolge con grande passione e generosa dedizione – ha promosso importanti e preziosi progetti. E’ presidente del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Onlus. Dal 1986, inoltre, è insegnante nell’istituto di Scienze religiose. Nel 1996 è stato nominato parroco di San Pellegrino, succedendo a monsignor Angelo Cocconcelli. Attualmente, è moderatore dell’unità pastorale “Santa Maria Maddalena” che comprende le parrocchie di San Pellegrino e Gesù Buon Pastore.
E’ autore di varie pubblicazioni, tra cui il “manuale per la preparazione degli adulti alla Cresima” e “2014. Cento anni di storia non sono bastati” (ed. San Lorenzo). Inoltre, ha racchiuso in due volumi, “Il tesoro della parola”, le sue omelie degli anni liturgici 2016-17 e 2017-18.
Punto di riferimento per tanti laici, don Giuseppe con i suoi magistrali interventi sa incidere profondamente nella vita della Chiesa e della società reggiana. Il 21 luglio scorso ben delineò in Duomo, nell’omelia della messa esequiale, la figura e l’opera di monsignor Eleuterio Agostini. Instancabile la sua attenzione per i poveri e per chi vive in condizioni di disagio: nella storica canonica di San Pellegrino – già prima sede del Cln – hanno sempre trovato accoglienza e aiuto.
Don Giuseppe ha guidato per anni pellegrinaggi in Terra Santa. Nel corso di quello svolto nel marzo 2019 si chiese se avesse ancora senso, nel terzo millennio, partecipare a un pellegrinaggio nei luoghi di Gesù dove fondamentali e costitutivi risultano lo spazio per il silenzio, la riflessione personale, il colloquio con il Signore, la meditazione del Vangelo. Il pellegrinaggio – rispose – significa proprio lo stacco dalle occupazioni quotidiane, l’occasione di meditare il mistero della Salvezza, il fare spazio al silenzio come fece Maria.














