BRESCELLO (Reggio Emilia) – Aleggia da più di 50 anni un mistero sulla saga cinematografica di Don Camillo e Peppone. Un sesto film, il primo a colori, in buona parte girato a Brescello nell’afosissima estate del 1970, in cui prete e sindaco usciti dalla penna di Giovannino Guareschi sono alle prese con le grandi novità innescate dal Sessantotto e dal Concilio Vaticano II.
Riprese, poi, tragicamente interrotte e le cui bobine, in tutto 1.200 metri di pellicole, sono da allora sparite. Una storia intrigante che ci ricostruisce un esperto, cioè il giornalista-ricercatore Andrea Setti.
Fernadel morì alcuni mesi dopo in Francia e la produzione decise di non completare i ciak, anche su parere del regista Christian Jaque e dell’indimenticabile Peppone, interpretato da Gino Cervi. Di quel film sono stati ritrovati i provini fotografici che ci hanno perlomeno restituito le atmosfere del bakstage. E c’è anche chi pensa che quelle “pizze” non siano state distrutte, ma vengano conservate in un caveau bancario in Svizzera non ancora individuato. Insomma, il mistero continua…
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