POVIGLIO (Reggio Emilia) – Una chiesa gremita, i fiori dello stesso colore della bara che accoglie il corpo di Elisa Amadasi: bianca, come a indicare la purezza dei suoi 13 anni. Tutti i presenti uniti da un cuore rosso e il nome di Elisa, scritto con un pennarello che oggi ha tracciato una delle pagine più tristi per l’intera comunità.
Poviglio si è stretta intorno alla famiglia Amadasi per il funerale della giovanissima ragazza, morta a causa di un malore mentre si trovava in piscina a Guastalla. Mercoledì 10 luglio il malore in piscina, poi 8 giorni di lotta all’ospedale Maggiore di Parma. Giorni di paura e speranza, purtroppo rivelatasi vana, che la piccola Elisa potesse tornare tra le braccia di papà Roberto e mamma Anna. Proprio i genitori erano in prima fila alle esequie, presiedute dall’arcivescovo Giacomo Morandi con don Alberto Nicelli, il parroco di Poviglio. “Noi accompagniamo Elisa all’incontro con il signore – ha detto Giacomo Morandi nell’omelia – La accompagniamo con le lacrime agli occhi, con il cuore gonfio di dolore ma anche sostenuti dalla parola di Dio che non delude. Con quella speranza che la vita di Elisa continui in una nuova dimensione reale, anche se così difficile a volte da percepire”.
Tristezza e tanti occhi lucidi tra i volontari della Protezione civile, associazione dove il padre svolge attività di volontariato. Emozione anche nelle parole del primo cittadino Filippo Ferrari, che a stento ha trattenuto le lacrime: “Siamo qui tutti per dire, noi ci siamo. Ora e d’ora in poi, un abbraccio forte”, le sue parole.
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