REGGIO EMILIA – “Le pipe da crack devono essere viste in un contesto dove possono essere uno strumento di prevenzione per evitare il rischio di infezioni, come le siringhe e i preservativi”. Così Antonio Nicolaci, direttore dei Servizi Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Reggio.
Il polverone si è sollevato a Bologna dove da un anno vengono distribuite pipe per assumere crack. Un’esperienza che a Reggio è cominciata nel 2021. In campo ci sono l’Ausl e il Comune. La distribuzione è uno dei compiti dell’Unità di Strada della Papa Giovanni XXIII.
“Le unità di strada hanno proprio il ruolo di contattare le persone che non arrivano ai servizi, e usano gli strumenti necessari per far riconoscere loro l’utilità dei servizi”.
Nei primi sei mesi dell’anno in corso sono state 438 le pipe distribuite. Solitamente a ogni persona con dipendenza ne viene fornita una al mese.
Lo strumento si è rivelato utile per costruire un rapporto di fiducia con gli assuntori, che tendono progressivamente a calare il consumo di sostanza quando vengono intercettati con successo dai servizi. “Ci sono strumenti che creano un rapporto di fiducia con gli operatori. Chiaro che questo porterà anche al miglioramento e alla voglia di smettere le sostanze, e alla richiesta di aiuto. La dipendenza si può curare solo con la motivazione a farsi curare, non c’è un modo coatto per affrontare la dipendenza”, chiosa Nicolaci.
Distribuzione di pipe per il crack: “Con i kit motiviamo a disintossicarsi”. VIDEO
30 agosto 2025Da quattro anni sono in distribuzione gratuita agli assuntori. “Uno strumento di riduzione del danno – spiega l’Ausl – che evita rischi per la salute e consente di avvicinare ai servizi chi vuole uscire dalla droga”