BRESCELLO (Reggio Emilia) – Scorie di acciaio non trattate nell’area della Dugara Spa a Brescello, per il prosieguo dell’indagine sarà decisiva la perizia richiesta dalla Procura e che dovrà essere accordata dal Gip cui lunedì sarà trasmesso il fascicolo. Oggi agli avvocati difensori è stato notificato l’incidente probatorio che consentirà alla Procura, ma anche a loro, di nominare consulenti di parte per seguire in contraddittorio tutte le fasi che porteranno alla stesura della perizia sulla base della quale gli inquirenti decideranno come procedere.

L’avvocato Alice Minari
La notizia della discarica di scorie di acciaio a Brescello che avrebbe inquinato le falde acquifere ha creato grande allarme sociale, ma al momento ci sono nove indagati che hanno ricevuto l’avviso di garanzia proprio per potersi difendere. “E’ una fase d’indagine iniziale – sottolinea l’avvocato Roberto Sutich che difende Claudio Bacchi e la madre Franca Soncini – Su una questione tecnica molto complessa per chiarire la quale sarà fondamentale la perizia, se il Gip riterrà di concederla”.
Posizione condivisa dall’avvocato Alice Minari, che assiste il tecnico di Arpae Annamaria Carpi, che auspica di poter ottenere quanto prima l’archiviazione per la sua assistita. Perizia che, vista la complessità degli atti necessiterà di tempi lunghi e per questo i difensori invitano a non affrettare giudizi solo sulla base di una tesi d’accusa di parte.
Sulla vicenda è intervenuta con una nota ufficiale anche la Provincia per sottolineare che non risulta alcuna contestazione mossa né all’ente né a suoi dipendenti. La Provincia ha però ritenuto di ricostruire come si arrivò nel 2015 all’autorizzazione integrata ambientale per il sito di Dugara Spa, atto su cui la Procura ha avanzato alcune riserve. Per l’ente si tratta invece di un atto dovuto a una specifica modifica normativa, che però consenti alla Provincia “di imporre tempi molto ristretti all’impresa per completare il recupero dei rifiuti, di interrompere l’autorizzazione del 2008 alla stesura delle scorie, prevedendone invece il divieto, e di avviare il monitoraggio per i 5 anni successivi delle acque sotterranee”.
La posizione di Dugara Spa
Dugara S.p.A. e i propri amministratori hanno già offerto piena collaborazione alle autorità competenti per agevolare lo svolgimento delle indagini.
L’azienda è certa di aver operato con la massima trasparenza e nel pieno rispetto di autorizzazioni ricevute e progetti approvati. In particolare, i materiali di recupero non pericolosi utilizzati per la formazione di rilevati e sottofondi stradali sono quelli previsti dall’Art. 4.4.3 lettera e) dell’Allegato 1 al Decreto del Ministero dell’Ambiente del 5 febbraio 1998, richiamato nelle suddette autorizzazioni.
Siamo fiduciosi che le verifiche confermeranno la piena regolarità del nostro operato e ribadiranno l’attenzione costante dell’azienda verso il territorio.
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