MONTECCHIO (Reggio Emilia) – Giacomo Guatteri quest’anno si sarebbe diplomato all’Istituto D’Arzo. Ma la malattia non gliel’ha permesso. L’ha fermato il trenta dicembre di due anni fa. Un giovedì. Frequentava la quarta superiore in relazioni internazionali per il marketing. Aveva 18 anni. Era stato ricoverato prima delle festività natalizie per quel grave morbo genetico contro il quale combatteva insieme al papà Davide e alla mamma Lucia. Così la decisione della scuola: un diploma ad honorem consegnato alla famiglia del ragazzo. Una cornice rossa con una scritta nera “Attestato di crediti formativi”.
La cerimonia ha illuminato l’aula magna del D’Arzo lo scorso sabato 20 maggio. “Con la famiglia – spiega la preside Maria Sala – abbiamo deciso di chiudere il cerchio, di concludere un percorso che aveva subito un’interruzione brusca. C’eravamo tutti, di nuovo. Come quando Giacomo entrava a scuola”. In effetti erano lì: dai compagni di classe del biennio e del triennio, ai docenti fino a rappresentanti delle istituzioni. Come la deputata reggiana Ilenia Malavasi e la consigliera regionale Stefania Bondavalli. Anche i genitori di Giacomo hanno omaggiato la scuola con una pergamena di ringraziamento. I professori e i compagni, inoltre, hanno adottato un leccio in toscana, a Pistoia, dove Giacomo aveva frequentato il Dynamo camp, un corso di terapia ricreativa per bambini e adolescenti affetti da malattie croniche. Un’esperienza che gli aveva allungato quel sorriso che tutti ricordano come la sua caratteristica. Un omaggio per la famiglia. Un dono da crescere e coltivare. Come il ricordo del giovane studente “che – conclude la preside – abbiamo intenzione di portare avanti, ritrovandoci e riflettendo con la famiglia in futuro”.