REGGIO EMILIA -Dici Dino Meneghin e pensi al grande basket italiano… ma vale anche il contrario. L’icona della pallacanestro di casa nostra ha festeggiato le 75 primevere e ieri sera è stato ospite della nostra trasmissione settimanale Reggio a Canestro. Chiedergli quali sono i ricordi più belli della sua vita sul parquet significa aprire un baule senza fondo: “Il primo scudetto a Varese nel ’69, la Coppa Campioni l’anno dopo, il primo tricolore quando sono passato a Milano. Poi la medaglia d’argento alle olimpiadi di Mosca dell’80 e la vittoria all’europeo del 1983 a Nantes”.
E non possono mancare aneddoti su Reggio Emilia: “La cosa più facile è dire la passione del pubblico di un palazzetto che per fortuna ora hanno migliorato parecchio. Mi spaventava il soffitto così basso”.
Qual è l’avversario che con la maglia reggiana gli è rimasto più impresso? “Mike Mitchell, giocatore straordinario, era bellissimo da vedere”.
Di cosa avrebbe bisogno il basket di oggi per ritornare protagonista? “La Nazionale è la locomotiva di tutto il movimento. Se la Nazionale va bene allora tutti parlano bene del nostro movimento”.
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