REGGIO EMILIA – Tre anni fa sembrava destinata ad ospitare il grande stabilimento Silk-Faw per la costruzione di auto di lusso elettriche e ibride. Il progetto delineato nel piano urbanistico e nell’accordo di programma del settembre 2021 è poi naufragato per l’incapacità della società mista costituita da statunitensi e cinesi di mantenere gli impegni. Ma nell’area compresa tra l’A1, via Formentini e via Lenin, fra Gavassa e Prato di Correggio, la storia non si è fermata. A passo lento, ma con continuità proseguono, le opere di urbanizzazione: viabilità di accesso, parcheggi, marciapiedi e così via. I lavori sono eseguiti dalla Società Agricola Gavassa, l’immobiliare proprietaria dell’area.
Fu il Piano regolatore del 2001 a individuare questi terreni come aree di trasformazione produttiva. L’elaborazione del piano particolareggiato di iniziativa privata da parte della Società Agricola Gavassa iniziò nel 2005 e l’iter si concluse nel marzo 2009 con l’approvazione da parte del Consiglio comunale. L’area è dunque a destinazione produttiva ormai da 15 anni e i proprietari – una decina di soci, tra i quali il presidente di Coldiretti Modena, Luca Borsari – puntano a concretizzare la cessione e vogliono farsi trovare pronti.
Per fare un esempio, i posti auto previsti dalla variante presentata nel 2017 sono circa 670. La superficie complessiva del comparto è di 263mila metri quadrati, quella edificabile di 130mila. Sono invece tornati terreno agricolo 79mila metri quadrati che erano stati aggiunti come ampliamento rispetto al Piano urbanistico attuativo su richiesta di Silk Faw: fallito il progetto, la variante è stata stralciata e cancellata dal Comune.
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