REGGIO EMILIA – La Regione Emilia Romagna dice “no” al dimensionamento scolastico proposto dal Governo. Nei giorni scorsi, il ministero dell’Istruzione e degli Affari europei aveva chiesto a Bologna di adottare, entro il 18 dicembre, la delibera del riordino delle autonomie come previsto dalle disposizioni nazionali: per il nostro territorio è prevista una riduzione da 532 a 515 autonomie scolastiche, che significa quindi un accorpamento di istituti.
Tra i territori più colpiti da questa riorganizzazione le province di Reggio, Modena, Parma e Forlì-Cesena. Il presidente Michele De Pascale ha manifestato la sua contrarietà, mentre la deputata Pd Ilenia Malavasi ha annunciato di aver depositato un’interrogazione parlamentare per richiedere la sospensione delle misure per l’Emilia Romagna. “La Regione ha scelto di non attuare il dimensionamento scolastico. Una scelta importante che avrebbe portato a sottrarre dalle 15 alle 17 autonomie scolastiche – ha detto Malavasi – Un taglio significativo che avrebbe impattato sulle aree periferiche, sulle aree interne, sulle zone appenniniche-montane. Andando a condizionare la qualità del servizio e della vita delle persone”.
Anche altre regioni, come Toscana e Sardegna, hanno scelto di non aderire alla richiesta del ministero. Alla base della riorganizzazione, anche il numero di studenti per ognuna delle autonomie. Un parametro che secondo la deputata Dem non tiene conto delle necessità dei territori. “Il ministero ha scelto un parametro prettamente numerico. Le nostre autonomie scolastiche hanno un numero medio di alunni di 994, già molto più alto dei 938 che ha deciso il ministero. Crediamo che sia un parametro iniquo e sbagliato che penalizzi uno dei sistemi più efficienti che abbiamo nel nostro Paese”.
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