REGGIO EMILIA – Il cronoprogramma per la diga di Vetto è tracciato: finito l’iter progettuale nel luglio 2027, si ipotizzano quattro anni per la realizzazione dell’opera. Nell’aula magna “Pietro Manodori” di Unimore il commissario straordinario nominato dal Governo, Stefano Orlandini, ha incontrato i cittadini per illustrare lo stato di avanzamento del progetto dell’invaso in val d’Enza. “Il progetto della diga di Vetto è in corso – ha dichiarato Stefano Orlandini, il commissario straordinario della Diga di Vetto – L’idea ce la faremo all’esito dell’iter progettuale che sarà il 16 luglio 2027. In questo momento stiamo lavorando per arrivare alla migliore opera possibile per i cittadini”.
La fase di dibattito pubblico inaugurata con questo incontro dal commissario terminerà il 16 febbraio 2026, giorno in cui è prevista l’approvazione del documento d’indirizzo alla progettazione. Tra novembre 2026 e febbraio 2027 sono attese le autorizzazioni di legge per l’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica.
Reggiano, docente di Costruzioni Idrauliche all’Università di Modena e Reggio, Orlandini ci tiene a sottolineare che nulla è già deciso. Né le caratteristiche fondamentali dell’opera, né il luogo esatto in cui realizzare l’invaso: quello più favorevole sembra essere la “Stretta di Vetto”, per via dei 261 milioni di metri cubi di acqua che transitano ogni anno, rispetto ai 195 milioni della stretta delle Gazze.
“L’opera nel suo complesso deve essere esaminata in modo dettagliato, perché è molto utile ma deve essere estremamente sicura, non deve presentare problemi per la sicurezza”. Nelle settimane scorse si era parlato di un invaso da 86 milioni di metri cubi, per un costo di 519 milioni di euro. Sono questi i numeri del progetto? “Non sono definitivi. I 500 milioni sono riportati come la somma dei costo dello sbarramento, che è di circa 300 milioni, più una serie di misure strategiche che sono previste sempre nella progettazione e che vanno oltre, sono complementari, alla progettazione della diga”.
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