VETTO (Reggio Emilia) – Le dimensioni ottimali della cosiddetta “diga di Vetto” secondo il documento di valutazione delle alternative progettuali sono di 86 milioni di metri cubi d’acqua, inferiori dunque a quelle pensate per il maxi invaso nel progetto originario datato 1981: 100 milioni di metri cubi. Nel 2023, in un incontro organizzato al centro Mavarta di Sant’Ilario, Stefano Orlandini, docente di costruzione idrauliche all’Università di Modena e Reggio parlava della necessità di un invaso di 100 ma anche 130 milioni di metri cubi. Ora Orlandini, nominato dal Ministero delle Infrastrutture Commissario Straordinario per la Diga di Vetto, riceverà il documento appena ultimato che sarà poi discusso prima di proseguire nell’attività progettuale.
Il raggruppamento di operatori specializzati ha stabilito che sussistono le condizioni tecniche, economiche e di sostenibilità ambientale per la realizzazione di un invaso lungo il corso del torrente Enza tra i Comuni di Vetto e di Neviano degli Arduini, in corrispondenza della stretta di Vetto. Questa soluzione è stata ritenuta la più idonea rispetto alle altre alternative progettuali, che prevedevano due invasi sugli affluenti Lonza e Bardea e uno alla stretta delle Gazze.
L’invaso, oggetto di analisi approfondite, è stato indicato con una capacità complessiva appunto di oltre 86 milioni di metri cubi d’acqua, di cui più di 70 milioni di metri cubi regolabili ai fini irrigui, potabili, industriali e del rispetto delle normative relative al deflusso minimo vitale ed ecologico. Il costo complessivo dell’opera è stato stimato in 519 milioni di euro, dunque costi raddoppiati rispetto a quelli stimati circa 5 anni fa. Soddisfatti comunque della soluzione prospettata i Consorzi di Bonifica dell’Emilia Centrale e della Bonifica Parmense.
“Con la conclusione del documento di valutazione delle alternative progettuali si è formalmente chiusa la prima e complessa fase progettuale di un’opera strategica e vitale per il futuro idrico del nostro territorio – spiega Lorenzo Catellani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – questo traguardo è il frutto di un lavoro rigoroso e di una forte sinergia tra enti”.
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