REGGIO EMILIA – E’ anziano e stanco, non è riuscito a essere presente alla corte d’Appello di Brescia, ma ovviamente è stata la prima persona che l’avvocato Ernesto D’Andrea ha avvertito, tramite i parenti: dopo 10 anni, era stato assolto. Anzi, era stato nuovamente assolto.
Giacomo Notari, 94 anni, partigiano ed ex presidente provinciale dell’Anpi, non disse nulla di diffamatorio in quella lettera del 2007 in cui affermava che Pietro Azzolini, ai tempi ufficiale medico della Guardia nazionale repubblicana, era presente a Cervarolo. ‘Lui c’era’, scrisse. Affermazioni che i discendenti di Azzolini non gradirono, ritenendole appunto diffamatorie: da lì la querela e l’inizio dell’iter processuale, che a marzo 2012 portò a una prima sentenza di assoluzione con la formula ‘perchè il fatto non sussiste’.
Ma le presunte parti offese fecero appello, e Notari decise di non puntare sulla prescrizione ma di proseguire, aggiungendosi al ricorso con un appello incidentale. ‘Azzolini fu fucilato perchè partecipò alla ‘chiusura del cxerchio’ dei militi che assediarono Cervarolo nel marzo 1944, non potendo non sapere che il giorno prima le stesse truppe naziste avevano compiuto altra carneficina a Civago’ scriveva Notari 15 anni fa, in una lettera pubblicata da L’Informazione. Mentre per i parenti di Azzolini il congiunto arrivò a Cervarolo, nel cui eccidio morirono 24 civili, solo il giorno dopo, per portare generi di conforto ai sopravvissuti.
La Corte d’Appello ha valutato le testimonianze raccolte nel primo grado, tra le quali quella di Loretta Righi, testimone oculare della strage, che disse ‘Azzolini c’era’, pur non avendo partecipato attivamente all’eccidio.
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