RIO SALICETO (Reggio Emilia) – Dilaga in tutta Italia la protesta degli agricoltori. Domani una cinquantina di operatori del settore dalle province di Reggio e Modena raggiungeranno a bordo dei propri trattori Bologna dove daranno vita a una nuova manifestazione per chiedere più risorse e soprattutto maggiori protezioni dalla concorrenza estera per i prodotti nazionali. La protesta a Bologna potrebbe prolungarsi per diversi giorni anche attraverso un presidio fisso.
Oggi a Rio Saliceto alcuni di questi agricoltori si sono dati appuntamento per organizzare la giornata di domani. Li abbiamo incontrati.
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Niente cibo niente futuro. E’ uno degli slogan degli agricoltori che si stanno mobilitando per chiedere più risorse per il comparto. Rivendicazioni concrete. “Chiediamo una sovranità alimentare italiana, che non sia fatta di concorrenza sleale di prodotti che arrivano dall’estero senza seguire i nostri disciplinari”.
Stefano Cucchi, titolare di un’azienda vitivinicola nel comune di Rio Saliceto é uno dei leader reggiani della protesta degli agricoltori. La rabbia è tanta: l’agricoltura non è più una attività economicamente sostenibile – dicono gli operatori del settore – perché i costi di realizzazione di un prodotto non sono più coperti dal ricavo della sua vendita. Tra le richieste ci sono quelle di innalzare barriere doganali rigide per proteggere le produzioni nazionali dall’invasione di merci estere che risultano spesso più concorrenziali, “come ad esempio dal Sudafrica o dal Cile. Siamo stanchi di subire quotidianamente una concorrenza sleale”, specifica Cucchi.
La situazione è peggiorata con lo scoppio della guerra in Ucraina, con l’aumento del prezzo dei carburanti agricoli e dei fertilizzanti. Inoltre per molti produttori il blocco dell’export verso la Russia ha avuto e sta avendo conseguenze pesanti. “Abbiamo avuto tantissimi danni, ad esempio per il vino, dal lambrusco al prosecco”, come spiega Bruno Carnevali
Nel mirino ci sono, inoltre, le nuove frontiere della sperimentazione alimentare: dalla carne sintetica alle farine di insetti: ‘E’ una cosa che fa ribrezzo, fa paura. Stiamo distruggendo l’alimentazione sana”, dice Lorenzo Casali.
“Non siamo il problema, come dice Bruxelles, siamo la chiave di svolta di questa crisi alimentare. Siamo i custodi della terra”, chiosa Cucchi.