REGGIO EMILIA – In queste ore le immagini della Costa Concordia che si accascia sul lato destro nel porto dell’isola del Giglio stanno di nuovo facendo il giro del mondo. Sono passati 10 anni da quel disastro nel quale persero la vita 32 persone. A bordo della nave da crociera c’era anche una famiglia reggiana, i Giunzioni di Toano.
“No, preferisco non rilasciare nessuna dichiarazione”, ha detto a Tg Reggio Marco Giunzioni. Non ha voglia di ricordare, e come dargli torto, anche se immaginiamo che il pensiero in queste ore più che mai sia comunque fisso
lì, sulla Costa Concordia che si rovescia a 500 metri dal porto dell’Isola del Giglio.
I coniugi Giunzioni, Marco e Michela assieme ai due figli che all’epoca avevano 4 e 7 anni, il 13 gennaio 2012 erano stati i primi a raggiungere il pontile e furono poi anche tra i primi a essere messi in salvo. Mentre il comandante Francesco Schettino, responsabile del disastro e poi condannato per omicidio colposo plurimo, cercava di tranquillizzare tutti dicendo di tornare sotto nelle cabine, la famiglia dell’Oca di Cavola di Toano capì immediatamente, con il buon senso minimo, che non tutto stava andando nel migliore dei modi.
Il rumore sentito mentre erano a cena era stato inquietante. Era la nave che si incagliava contro lo scoglio, era l’inizio del naufragio. Questo il racconto che l’allora 38enne Marco ci fece 10 anni fa, appena tornato a casa: “Ci dicevano ‘state tranquilli’… Intanto, siamo andati a prendere i vestiti e siamo tornati fuori. L’equipaggio non era preparato, c’erano questi ragazzi pakistani e filippini ad aiutarci, poi ci hanno detto che prendevano 50 dollari al mese…”.
Sette giorni nel Mediterraneo: una vacanza da sogno per oltre 4mila persone terminata con la perdita di 32 vite. Ognuno dei passeggeri ha poi intrapreso una battaglia legale per avere un risarcimento materiale e morale del danno subìto, una battaglia che per quanto riguarda la famiglia reggiana si è conclusa nel 2016. La Costa Concordia ha imposto a tutti la clausola di riservatezza sulle cifre.
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