REGGIO EMILIA – Dieci anni in cui è stato dato nuovo impulso alle relazioni internazionali raccogliendo un testimone fondamentale e che ha reso Reggio Emilia città pioniera e per un certo verso esempio unico in Italia: i rapporti messi in campo già negli anni ’70 da Giuseppe e Bruna Soncini, oggi memoria vivente di quel periodo, e dalle istituzioni dell’epoca. In queste immagini girate per documentare le missioni degli ultimi anni in Sudafrica, Mozambico, Australia, Bosnia, Palestina e Texas c’è una piccolissima restituzione delle attività che quotidianamente sono state pensate per tessere la rete dei rapporti internazionali non a senso unico ma come scambio reciproco. 12 gemellaggi, 7 dichiarazioni di amicizia ma soprattutto 127 progetti attivati per un valore di 81 milioni di euro, di cui 20 milioni arrivati sul nostro territorio grazie alla capacità di intercettare fondi. Numeri che danno concretezza in termini di progetti economici ed educativi firmati Reggio Emilia in tante parti del mondo, col coinvolgimento di 40 attori locali tra cui imprese e associazioni di categoria.
“Credo che la strada da proseguire anche per il futuro sia questa”, le parole del sindaco di Reggio Luca Vecchi. “Abbiamo bisogno di attrarre capitale umano e le relazioni internazionali sono fondamentali”, ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Una scelta strategica, quella di investire sulle relazioni internazionali, e il metodo per farlo: l’attività di coordinamento della Fondazione E35 nata nel 2015. “Vogliamo rilanciare ulteriormente l’azione che svolgiamo di progettazione”, ha commentato Alessia Ciarrocchi, presidente della Fondazione E35. Per il docente Alessandro Capra, delegato all’Internazionalizzazione per Unimore, “la grande ricchezza è fare le cose assieme”.
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