REGGIO EMILIA – Più che 6.300, sembrava ci fossero 20mila persone allo stadio. La notte del Braglia avrà per sempre un colore che non è solo granata e non è solo gialloblu, ed è il colore del ritorno del tifo, nonostante l’assembramento fosse pressocché totale e ben poche fossero le mascherine su nasi e bocche. Le curve non hanno smesso un secondo di cantare e inneggiare, come per sentire risuonare la loro stessa voce.
Non succedeva, in trasferta, da un anno e mezzo. Che sia ricapitato in un derby aggiunge emozione. I reggiani sostengono di aver supportato la propria squadra più di quanto i modenesi abbiano fatto con la loro e probabilmente viceversa, la metà dei cori è stata un botta e risposta di sfottò, ma la verità era che tutto questo mancava tanto e che c’era qualcosa che ha unito, come l’omaggio della curva del Modena a un cuore granata che non c’è più.
Al netto dei problemi all’impianto di illuminazione dello stadio che hanno fermato il gioco per quattro minuti, possiamo dire metaforicamente che ieri sera al Braglia c’era una luce bella accesa.
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