REGGIO EMILIA – Continuano ad arrivare reazioni rispetto alla scelta dell’Amministrazione comunale di estendere la zona a traffico limitato in città, da Corso Garibaldi all’altezza dell’intersezione con via Porta Brennone fino a via Ariosto all’incrocio con viale Montegrappa.
Sul tema ad esempio intervengono i consiglieri comunali Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli di Coalizione Civica: “Quella intrapresa è una scelta autoreferenziale dell’Amministrazione, e dell’attuale maggioranza. La volontà che hanno sindaco e giunta è di inserire nella Ztl anche via Emilia Santo Stefano fino a piazza Gioberti, trasformando in zona a traffico limitato tutto Corso Garibaldi. Decidere da soli senza avvisare non solo i cittadini ma neanche i consiglieri comunali è la cifra stilistica di una politica che allontana i cittadini dalle questioni del Comune e dalla cosa pubblica, che deve riguardare tutti”.
E concludono: “A Maggio discuteremo dell’approvazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che è fermo a quello del 2018. Già in quel documento si parlava di rendere ztl diverse strade del centro storico, perché in questi sei anni di lunga attesa non si è pensato di prevedere passaggi in commissione pubblica, consiglio comunale, assemblee con i residenti e con i commercianti?”.
Sullo stesso tema interviene anche con una nota il direttivo provinciale di Azione: “Esprimiamo qualche perplessità circa l’obiettivo dichiarato dalla Giunta di favorire anche ‘una maggior tutela delle attività commerciali’. L’accessibilità alle attività commerciali del centro rappresenta l’unico strumento valido per garantirne la sopravvivenza, strumento non surrogabile con sporadiche attività attrattive”. Conclude la nota del partito di Calenda: “La questione della regolamentazione del traffico è strettamente connessa con il tema della sosta e della sua regolamentazione. In questo senso la creazione di zone ztl non può essere disgiunta da una revisione del piano parcheggi della città, caratterizzato da importante area di parcheggio a ridosso del centro, come la ex caserma Zucchi, gestito da concessionario privato, poco utilizzato anche per l’elevato costo”.
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