REGGIO EMILIA – Ci sono comuni della nostra provincia nei quali quest’anno la mortalità è aumentata del 65% rispetto alla media degli anni scorsi. E’ il caso di Sant’Ilario e Vetto, seguiti da altri con tassi di crescita dei decessi superiori al 35%. I dati pubblicati ieri dall’Istat riservano anche delle sorprese, come il calo della mortalità in ben 8 comuni su 42.
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Nei primi dieci mesi del 2020 la mortalità nella nostra provincia è aumentata del 19% rispetto alla media dello stesso periodo registrata nei 5 anni precedenti. A dirlo sono i dati diffusi ieri dall’Istat e relativi alla totalità dei quasi 8mila comuni italiani. Per quanto riguarda la provincia di Reggio, nel periodo gennaio-ottobre 2020 i decessi sono stati 4.111, cioè 655 in più rispetto a quelli registrati in media negli stessi dieci mesi fra il 2015 e il 2019.
Scorrendo i dati, ci si accorge che il Covid ha colpito in modo molto differenziato. Il comune che ha fatto segnare il maggiore balzo della mortalità è Viano, con un più 65,3% sul quinquennio precedente. Subito dopo c’è Sant’Ilario, poi Bagnolo, Brescello e Carpineti, tutti con incrementi fortissimi. Dopo questi cinque comuni vanno segnalati Boretto, Correggio, Castellarano, Montecchio e Albinea, con aumenti della mortalità superiori al 35%. Per Reggio città la crescita del numero dei decessi rispetto alla media degli anni precedenti è stata invece del 17,6%.
Tra i tanti elementi di interesse, almeno due vanno segnalati. Il primo è che il balzo della mortalità è interamente concentrato nei mesi di marzo e aprile, con aumenti nell’ordine del 70%, mentre fra maggio e ottobre c’è stata una sostanziale stabilità. Le previsioni dell’Istat sul mese di novembre stimano invece un nuovo incremento del 30% dei decessi. Il secondo elemento da sottolineare è che ci sono ben 8 comuni in cui, nonostante il Covid, la mortalità è diminuita rispetto agli anni scorsi: si tratta di Campagnola, Cavriago, Fabbrico, Rolo, Rubiera, Toano, Vetto e Villa Minozzo.
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