REGGIOLO (Reggio Emilia) – Un reggiano che s’impone nel calcio estero. La storia di Sergio Giovani, 55enne preparatore atletico del Khimki Mosca, che ha centrato la promozione nella Serie A russa. Tornato in Italia il 22 maggio, sta trascorrendo la quarantena con la famiglia a Reggiolo.
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“Dopo aver trascorso due mesi e mezzo in terra di Russia, in isolamento all’interno di un centro sportivo, mi ritrovo qui in Italia a dover passare altre due settimane in quarantena. Le due situazioni non sono paragonabili: là ero solo mentre qui sono circondato dai miei affetti”.
Da un lato protagonista nella Russia del pallone con il Khimki, dall’altro la difficoltà di tornare in Italia. E’ questa la storia di Giovani, forte in carriera anche di diverse esperienze nel mondo dei dilettanti, ma anche nella Paganese in serie C e nello Spartak Mosca nella serie A russa. L’emergenza Coronavirus ha colpito la Russia così come tutta l’Europa. Le autorità calcistiche hanno deciso per lo stop del torneo e la cristallizzazione delle classifiche. Grazie a questo il suo Khimki Mosca, secondo in graduatoria nel campionato equivalente alla Serie B italiana, ha centrato la promozione nella massima serie. “Il risultato sportivo è stato importante: oltre alla promozione siamo in semifinale di Coppa di Russia. Posso parlare di esperienza positiva, sia per le strutture sia per i rapporti che ho instaurato con le persone che ho incontrato, oltre ai membri dello staff e della società”.
E sui problemi dettati dal Covid-19: “Si è presentato circa tre settimane in ritardo rispetto agli altri paesi, ma le misure precauzionali sono state le stesse adottate in Italia e nel resto dell’Europa”. Da qui è nato un altro campionato per Sergio, il cui scudetto era rappresentato dalla possibilità di tornare a casa dalla sua famiglia a oltre tre mesi di distanza dall’ultima volta. Ritorno arrivato solo lo scorso 22 maggio. “Tutti i voli internazionali sono stati sospesi e il Paese, in una sorta di auto isolamento, non permetteva alla gente di uscire dalla Federazione Russa. L’unico mezzo per rientrare è stato tramite un volo organizzato dalla Farnesina e sotto la guida dell’ambasciata italiana a Mosca. Finalmente il 22 maggio sono riuscito a imbarcarmi su questo volo straordinario per rientrare in Italia”.
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