REGGIO EMILIA – “Lucio Dalla era un folletto, aveva questo spirito da bambino che credo lo accomunasse molto a mio padre”. Ilaria Ghirri – figlia del fotografo reggiano Luigi Ghirri, unito da un sodalizio umano e professionale al cantautore bolognese – ricorda così il legame tra i due artisti in occasione di quello che sarebbe stato l’ottantesimo compleanno di Dalla. Il suo genio artistico e il suo umorismo continuano ad animare intere generazioni. Un talento che si incastrò perfettamente con il fotografo. “Entrambi – continua – erano dotati di uno sguardo leggero ma al contempo complesso e profondo. Uno spirito sempre pieno di meraviglia, di curiosità verso il mondo che gli permetteva di guardarlo dall’alto, dalle stelle e di riproporre quello che vedeva nei suoi scritti, nelle sue canzoni, che sono poesie. Due persone che si sono trovate, si sono volute bene, intellettuali curiosi aperti e gioiosi. Parlavano di cinema, di musica e di arte. Erano molto ironici“.
Ilaria Ghirri ora è insegnante di scuola primaria. Era una ragazzina quando assistette al primo incontro tra i due artisti coetanei, da subito entrati in sintonia: “Dalla era rimasto incuriosito dalla fotografia di copertina del gruppo “Ciao Fellini”. Per cui aveva contattato tramite loro contattò mio papà per fare la copertina di “Bugie”, che era in uscita. Volle incontrarlo nello studio di registrazione di Bologna, Phonoprint, e io andai con lui. Avevo 14, lo ricordo molto bene. E ricordo due spiriti affini che si sono subito riconosciuti. Lucio si mise subito a ridere dicendo che mio padre non sembrava un fotografo. Nel suo stereotipo i fotografi erano persone eleganti, con la sciarpa o il cache-col, fumano, hanno i mocassini, mentre mio papà era uno che a queste cose non badava minimamente. Gli rispose che se non sembrava un fotografo lui non sembrava un cantante. Perché anche Lucio non corrispondeva alle idee che la folla ha del cantante avvenente, l’idolo dei ragazzini. E lì è partita una risata, un feeling immediato.”
Tra gli aneddoti raccontati da Ilaria quello che la vede come spettatrice di una prima assoluta: l’esecuzione al piano della canzone Caruso, composta di getto dal cantautore: “Siamo stati la prima famiglia allargata che ha ascoltato Caruso appena composta perché ci siamo visti in Puglia quando lui si era fermato a Sorrento, dove aveva appena composto la canzone. Eravamo in vacanza, venne a trascorrere assieme a Ron e ad Angela Baraldi una notte dove eravamo alloggiati noi. E il giorno dopo al ristorante davanti ad un pianoforte a coda bellissimo ci disse di aver scritto un testo nuovo: era Caruso. Abbiamo questo ricordo meraviglioso insieme a tanti altri”.
Reggio Emilia artisti Lucio Dalla cantautore Luigi Ghirri Ilaria Ghirri fotografia e musica