REGGIO EMILIA – “Quando ho avuto più paura è stato quando ci hanno attaccato con i droni“. Lui si chiama Cesare Tofani, ha 71 anni ed è di Viareggio. Skipper in pensione, è il capitano dell’Otaria, una delle 42 imbarcazioni che hanno fatto parte della Global Sumud Flotilla, la spedizione che lo scorso 2 ottobre, nelle acque di fronte a Gaza è stata bloccata dalla marina israeliana. Un’esperienza emotivamente molto forte, contrassegnata da tanto entusiasmo, ma anche da parecchi momenti di tensione, come quando gli israeliani armati sono saliti a bordo delle imbarcazioni: “Per me era la prima volta in cui mi sono trovato puntato un mitra addosso“.

Cesari all’ex Maffia dove ha raccontato quanto vissuto, intervistato da Elena Codeluppi e Davide Davoli
Condotti al porto di Ahsdod i componenti della Flotilla sono stati legati e bendati: “Ci hanno tolto tutto. Ci hanno riservato un trattamento molto duro, da terroristi. Ce lo avevano promesso e lo hanno fatto”.
Poi tre giorni di detenzione nel carcere incubo di Ketziot, in pieno deserto: “Non ci hanno dato da bere, eravamo in celle sovraffollate, non si poteva dormire perché ci svegliavano ogni ora con una scusa. Ci hanno minacciato con i cani”.
Tofani è impegnato da anni in missioni umanitarie nel Mediterraneo in soccorso dei migranti. Con la sua barca era partito da Augusta in Sicilia lo scorso 19 settembre. Lo skipper in gioventù ha vissuto a Reggio dove ha collaborato nel teatro di figuradcon la compagnia Otello Sarzi.














