REGGIO EMILIA – La Azzurra Costruzioni di Salvatore Salerno non dovrà attendere l’adozione del Piano Urbanistico Generale per poter completare, a Pieve, un intervento edilizio che il Comune aveva bloccato. Il Tar dell’Emilia Romagna ha accolto infatti uno dei motivi di ricorso della società contro la variante al Rue dell’anno scorso e ha ordinato all’ente di procedere alla riclassificazione urbanistica del comparto.
Per effetto della sentenza, la società di Salerno potrà costruire quella parte del piano autorizzata nel 2003 che non è ancora stata realizzata e potrà farlo anche prima dell’adozione del nuovo Pug. Nel febbraio 2020, con la variante al Regolamento Urbanistico Edilizio, il Comune aveva stoppato questi volumi perché il piano era scaduto nel 2016 e le opere di urbanizzazione non erano state interamente collaudate. Ma ora il Tar ha accolto il ricorso dell’azienda.
L’ente locale, da parte sua, non ha di che lamentarsi troppo. La sentenza infatti conferma che “l’avvenuto collaudo risulta dirimente per la realizzazione degli interventi”, ribadendo che la parte privata del piano può essere realizzata solo a condizione che “le opere di urbanizzazione siano state terminate e collaudate”. Cosa che è avvenuta mentre il contenzioso amministrativo era in corso.
Diversa l’interpretazione di Salvatore Salerno: “Il Tar – dice – ci dà ragione sui tutto. A pag 9 della sentenza riporta l’aspetto che proprio il collaudo richiamato è irrilevante”. E cita dal provvedimento: “Risulta convincente quanto dedotto da parte ricorrente circa l’irrilevanza dell’avvenuto collaudo ai fini dell’inclusione del comparto nel sotto ambito Auc3, atteso che il predetto collaudo non è in alcun modo menzionato dal Psc né dal Rue e, dunque, lo stesso non può essere ritenuto necessario al fine di poter classificare come Auc3 gli ex ambiti Auc2, come invece sostenuto dal Comune di Reggio Emilia”.
Il Tar ha inoltre respinto la richiesta di risarcimento danni per 7 milioni e 580mila euro avanzata da Azzurra Costruzioni. Il piano particolareggiato di via Plauto, come si è detto, risale al 2003. La superficie complessiva dei lotti non edificati è superiore ai 4mila metri quadrati.
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