REGGIO EMILIA – Da un villaggio sperduto e povero del Senegal all’apertura di una sartoria nel cuore di Reggio Emilia, in via Caggiati. Una storia di migrazione, sradicamento e al tempo stesso di integrazione, sacrificio, perseveranza.
E’ la storia di Mame Saliou, 25enne arrivato nel 2016 dall’Africa. Una storia, soprattutto, di passione, per la moda e di talento nelle mani. Mani che disegnano abiti sia per uomo che per donna e che poi realizzano il prodotto finito.
Un percorso non facile. Ci racconta di non avere mai avvertito diffidenza o razzismo nei suoi confronti, ma gli ostacoli anche in famiglia non sono stati pochi: “Mio padre ad esempio era contrario, ma oggi per fortuna si é convinto e d é contento anche lui”.
Per l’apertura del suo atelier é stato fondamentale l’aiuto di una famiglia di commercianti reggiani titolari di una merceria del centro: “La famiglia Bigliardi mi ha aiutato tanto, da loro ho preso i macchinari che oggi ho nel laboratorio”. Per alcuni anni il giovane ha lavorato in fabbrica come operaio e nel fine settimana correva in Piemonte per fare apprendistato in una bottega sartoriale: “Dopo il covid – ci racconta – sono andato a imparare alcune tecniche da un sarto a Novara che mi insegnato ad esempio a realizzare la giacca da uomo”.
I clienti stanno incominciando a conoscerlo e apprezzarlo: “Ho molti clienti reggiani e poi anche diversi miei connazionali”. Chiediamo al giovane stilista, ammiratore da sempre di Armani, quale sia il suo sogno: “Il mio sogno é riuscire a portare i miei vestiti in tutto il mondo”.
Mame Saliou famiglia Bigliardi Sartoria via Caggiati