REGGIO EMILIA – Il centro sociale, lo dice il nome stesso, è un punto di riferimento per la socialità. Sono chiusi dall’8 marzo e scalpitano per ripartire, come scalpitano i soci che hanno ricominciato a popolare le zone all’aperto. Siamo andati al Buco Magico, che è il più grande della città. Poi ci sono l’Orologio, il Mirandola, il Rosebud, solo per citare quelli con più tesserati in città. La truppa dei soci dei 55 centri sociali Ancescao in tutta la provincia conta 14mila persone, in gran parte anziane. La fascia più fragile dal punto di vista sanitario e tra quelle che ha sofferto di più dell’isolamento e della lontananza da luoghi come questo che considerano alla stregua di casa propria.
“Venivamo sempre qui, a stare in compagnia. Solo che ci facciano sedere almeno”. E ancora: “Abbiamo voglia che sia riaperto. Dobbiamo stare in casa agli arresti domiciliari?”. E sul distanziamento sociale: “E’ difficile, ma bisogna farlo”. Queste le voci raccolte al Buco Magico. La Regione ha dato il via libera, con protocolli però ancora da adottare: le attività dei circoli sociali ripartiranno il 25 maggio.
Riapriranno i servizi ristorazione non solo da asporto, e i percorsi e gli sbarramenti dedicati o le barriere in plexiglass al bancone ci sono.
L’obiettivo principale è quello di evitare il più possibile l’andirivieni dei soci, privilegiando il servizio al tavolo. Vietato fornire snack sfusi e l’approvvigionamento self service dai frigo sarà possibile solo indossando i guanti. Tornerà la socialità, anche se per ora di molto ridimensionata. Per adesso no ai tavoli, la cui presenza sarebbe rischio di piccoli assembramenti, e quindi, mancanza storica anche se i soci sperano temporanea, niente gioco delle carte.
Tutte queste linee guida sono state condivise dai circoli Ancescao, associazione presieduta da Villiam Orlandini.
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