REGGIO EMILIA – Lo scontro tra le famiglie Ferrarini e Pini sulla gestione dell’azienda di Rivaltella fa un salto di qualità. Il rumore di sciabole delle controversie su alcune vicende specifiche aveva già varcato i muri del quartier generale. Ma ora c’è di più. I Ferrarini, estromessi da tutti i ruoli gestionali e operativi nell’estate del 2024, si sono rivolti al tribunale di Bologna, alla sezione specializzata per le imprese, denunciando una serie di episodi e di atti che, a loro dire, avrebbero danneggiato l’azienda, in alcuni casi a vantaggio dell’azionista di controllo.
Il riserbo attorno alla vicenda è difficile da scalfire, ma nel mirino c’è in particolare il presidente di Ferrarini spa, Roberto Pini. La famiglia Ferrarini avrebbe sollevato dubbi anche sulla regolarità del bilancio 2024, approvato nel giugno di quest’anno dall’assemblea dei soci.
Sulla base di queste e altre argomentazioni, i Ferrarini hanno chiesto al tribunale la revoca degli amministratori e l’avvio di un’ispezione. Il tribunale ha nominato un curatore speciale, l’avvocato bolognese Giacomo Pescatore. Questi ha letto le memorie delle parti ed esaminato le carte. La famiglia Pini ha respinto le accuse di malagestione e contestato le affermazioni contenute nella denuncia. In conclusione, il curatore speciale ha ritenuto che non vi siano le condizioni per revocare gli amministratori, ma ha proposto al tribunale l’avvio di un’ispezione per valutare la correttezza della gestione.
Il tribunale di Bologna, il 10 settembre scorso, ha dichiarato inammissibile il ricorso sulla base della considerazione che i Ferrarini, non avendo sottoscritto il recente aumento di capitale, non sono più soci. Per i vertici dell’azienda, contattati da Tg Reggio, la storia finisce qui. Ma la famiglia Ferrarini insiste nella richiesta di ispezione e ha presentato reclamo contro il decreto del giudice.
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