VENTASSO (Reggio Emilia) – Quelle che vi mostriamo sono le prime immagini da vicino, girate il giorno dopo il disastroso incendio che ha distrutto oltre 28 ettari di prati di alta quota sul Cusna. Il sentiero 623 che da Monte Orsaro porta in vetta è circondato da erba bruciata e annerita. Il rogo è spento ma ha lasciato tutto intorno le cicatrici.
Ancora non si conoscono i danni reali all’ecosistema, è una zona quella piena di tane di marmotte, un habitat di particolare valore naturalistico e inserito nelle Zone speciali di conservazione della Rete Natura 2000 del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Andrea Casali, 31 anni di Castelnuovo Monti, che ha girato queste immagini, è un escursionista e appassionato di montagna.
“E’ straziante quello che ho visto – ci racconta – solitamente attraverso la mia pagina Instagram racconto le emozioni che provo percorrendo i sentieri del nostro Appennino. Ora volevo rendermi conto, in tutta sicurezza, di quello che aveva provocato l’incendio. Sono stato il primo penso – continua Casali – ad andare lì dopo i vigili del fuoco. La poca neve rimasta sul sentiero non era ancora stata calpestata. Quello che mi ha più colpito oltre alla devastazione dell’ecosistema è il caldo che c’era, ero in maniche corte a 1.800 metri di quota, a febbraio“.
I vigili del fuoco nelle scorse ore sono andati a fare un nuova ricognizione e con l’aiuto delle immagini girate da un drone stanno cercando di quantificare in
modo preciso i danni. I carabinieri forestali proseguono le indagini, coordinati dalla procura, cercando di far luce sulle cause, per capire se ci sia la mano di qualcuno all’origine del rogo.
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