REGGIO EMILIA – Quello di Salvatore Ferrara, megafono in mano alla guida del presidio di domenica a Reggio, è un nome pesante nella galassia della destra radicale italiana. Ferrara, nato a Brescia nel 1963, residente in provincia di Como, ora responsabile della “Rete dei patrioti” per il Nord Italia, ha alle spalle una lunga militanza in Forza Nuova per cui è stato candidato a sindaco di Como nel 2012 (nella lista denominata “Italia agli italiani”) e al Senato alle politiche del 2018.
A nome dell’associazione culturale Mario Niccolini (intitolata allo storico ufficiale dei Reggimenti Volontari Giovani Fascisti) è uno dei promotori dell’annuale commemorazione di Benito Mussolini che si svolge a Dongo, sul lago di Como, dove il duce fu arrestato il 27 aprile 1945: una manifestazione dove abbondano i saluti romani e in cui sono state rilevate presenze dell’associazione neonazista Do.Ra. (Dodici Raggi). Si tratta di un raduno per il quale nel 2024 fioccarono ad esempio 12 denunce.
Salvatore Ferrara, noto per essere in stretti rapporti con Mirko Viola, già leader del sito neonazista Stormfront, si è distinto lo scorso novembre anche per avere guidato la manifestazione dei Patrioti a Bologna: in quell’occasione era stato immortalato mentre chiedeva agli agenti di Polizia in assetto anti sommossa di abbassare gli scudi.
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