REGGIO EMILIA – “La società sta continuando a lavorare per tutelare la continuità aziendale e i livelli occupazionali, nel rispetto della parità di trattamento e nell’interesse al miglior soddisfacimento del ceto creditorio”: Werther International ha affidato a una nota il compito di rassicurare dipendenti, fornitori e banche dopo la presentazione della richiesta di accesso al concordato preventivo. Nei giorni scorsi, alle domande di concordato di Werther, della consociata Sicam di Correggio e della Italgarage di Cadè, si è aggiunta quella della Apac di Lonigo, nel Vicentino. Tutte le aziende sono controllate da Stargate Capital di Monaco di Baviera.
Werther opera nel mercato degli impianti per autofficine attraverso due stabilimenti produttivi, quello principale di Cadè e quello di Carpineti, dove si realizzano principalmente ponti sollevatori. Sicam invece ha sede a Correggio e un centinaio di dipendenti. Nei documenti depositati in tribunale, la crisi delle aziende del gruppo viene spiegata con la riduzione degli investimenti nel mercato dell’auto, la scarsità di componenti e il forte aumento del prezzo della lamiera.
Figura chiave di Werther e Sicam è Luca Gazzotti, manager modenese di 56 anni. E’ possibile cogliere i primi segni delle difficoltà di Werther in una serie di prestiti obbligazionari, emessi tra il 2017 e il 2018, per importi non esorbitanti, ma a tassi decisamente superiori a quelli di mercato. Prima un bond quinquennale da 8 milioni nell’aprile 2017, seguito da un altro da 3 milioni nel marzo 2018, sempre a un tasso annuo del 5,3%. Obbligazioni non quotate, emesse sulla base di prospetti non esaminati né da Consob né dalla Banca d’Italia. E poi una serie di mini-emissioni consecutive per complessivi 2 milioni. E non è un caso che proprio l’incapacità di rimborsare la seconda rata del prestito emesso nel 2017, poche settimane fa, abbia evidenziato la crisi di liquidità.
L’emissione di prestiti obbligazionari, iniziata dai precedenti azionisti, è proseguita dopo l’acquisizione dell’azienda da parte della tedesca Stargate Capital. Non ha mai emesso bond invece la Sicam. Dei 25 milioni di debiti dell’azienda di Correggio, 16 sono verso banche. Ma già nel 2020 l’azionista di controllo aveva rinunciato alla restituzione di un finanziamento di 2 milioni.
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